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Il percorso musicale verdiano, attraverso l’augmented reality, rappresenta  un’esperienza dell’arte giocosa e dinamica, portando il visitatore/spettatore a uscire da suo guscio, spingendolo all’interazione multimediale. Le sale espositive si animano, si riempiono di musica lirica (on demand) e i performer del Byod girano di quadro in quadro soffermandosi ad ascoltare o a cogliere i movimenti che timidamente emergono dalle tele. Le opere non soltanto vengono amplificate attraverso il suono ma prendono vita, si muovono. In altre parole si animano, attraverso la musica e il movimento creando una performance che sovrappone elementi reali a sintetici alterando l’opera d’arte originale.

augmented world‘s insight:

Augmented reality per un progetto a portata di mano

 

Giuseppe Verdi in realtà aumentata è un’esperienza sia performativa sia tecnologica. Il progetto di un Byod in Ar ha richiesto durante la sua elaborazione e creazione un’analisi preventiva delle tecnologie possibili per far sì che fosse sostenibile e fruibile da un ampio pubblico. Guazzaroni e Compagno, che l’hanno proposta e realizzata, donandola al Macerata Opera Festival, hanno dovuto confrontarsi a lungo per decidere passo passo le scelte tecnologiche, performative, didattiche, ludiche e artistiche da mettere in campo.

 

“Creare esperienze di augmented reality di questo tipo – precisa Mirco Compagno -, significa intervenire in un’opera d’arte, significa andare a modificare il tratto voluto dalla mano dell’artista. Una delle difficoltà maggiori è stata indubbiamente dar vita ai volti, cercando di rispettarne la delicatezza e l’espressività originale. Gli artisti non erano stati informati delle mutazioni tecnologiche che si voleva creare a partire dal loro lavoro. Fino all’ultimo siamo stati indecisi se rivelare o meno la sorpresa che hanno trovato all’inaugurazione: animazioni e musica verdiana a partire dai quadri. L’esperienza è senza dubbio riuscita e ne stiamo monitorando, attraverso questionari, l’effettivo gradimento al fine di migliorare la performance tecno-artistica per futuri sviluppi”.

 

Il risultato è stato visibile soltanto al vernissage, i test precedenti erano stati condotti su pochi campioni di persone che hanno iniziato il percorso all’insegna del Byod. Tuttavia per fruire appieno dell’esperienza in tutti i suoi aspetti (artistici, didattici, ludici e via dicendo) è stato necessario osservare attentamente la reazione del pubblico all’apertura dei percorsi.

“Oltre il limite è il titolo di una delle opere in mostra – conclude Guazzaroni -, qui è rappresentata la metà di un volto femminile che fuoriesce da uno squarcio di muro. La figura si muove, la musica intona un noto brano (Terzetto Anima mia!) e qualcuno al vernissage già immaginava di veder riviere l’intensità espressiva di una Maria Callas. Il risultato, positivo, si potrebbe ulteriormente migliorare attraverso investimenti organici per incentivare esperienze come questa abbinate all’arte e alla didattica museale in cui Byod e realtà aumentata possono contribuire a potenziare l’esperienza culturale”.

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