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Un difficile ma necessario intreccio tra carta stampata e digitale. È la strada obbligata per il mondo dell’editoria emersa nel convegno organizzato oggi a palazzo Giustiniani «Carta & Web: l’integrazione tra scelte strategiche e tecnologiche». Un convegno (promosso da Fieg, Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg) partito da dati allarmanti per il settore. Il 2012 ha visto infatti comprimersi ancora, rispetto agli anni precedenti, il fatturato della filiera di carta, editoria e stampa, calato nel 2012 a quota 32,9 miliardi (mininimo annuo dal 2000) con una contrazione su base annua del 7,9%, più accentuata di quella media dell’industria italiana (-4,5%). Calano anche le vendite interne (-10,2%) e gli occupati diretti scesi a quota 213mila (-2,9% rispetto al 2011).

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Ciononostante, ha sottolineato il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, nell’ambito dell’editoria «la carta continua a rappresentare il 90% dei ricavi. Dunque, sebbene l’editoria abbia registrato, nel 2012, dati negativi per il quinto anno consecutivo, a parte i segnali positivi dell’industria digitale , e sebbene il web rappresenti il nostro interlocutore naturale, la partita della carta non è ancora persa». Anzi. «Il cuore del settore resta la carta». Chi governerà secondo Anselmi «non dovrà fare regali alla filiera della carta e all’editoria ma aiutarci nel passaggio al digitale. La strada è l’integrazione tra carta e digitale, guardando ai progetti, senza perdere di vista la qualità. La mia unica preoccupazione – ha concluso – è che arrivi un interlocutore politico che consideri l’informazione un bene comune per il nostro Paese».

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