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Pubblica amministrazione ancora indietro in materia di eGovernment. Nella Pa faticano infatti ancora a decollare la gestione associata dell’Ict, l’integrazione delle banche dati e il cloud computing. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano secondo cui ad oggi solo lo 0,6% degli enti locali gestisce in modalità digitale le attività legate alle multe (solo l’1% quelle relative allo Sportello Unico). 

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Una possibilità che, se applicata, potrebbe comportare risparmi nell’ordine rispettivamente per circa 105 milioni e 270 milioni di euro l’anno. Anche la gestione associata dell’Ict nei Comuni consentirebbe di ridurre i costi del 50%, ma l’indagine sottolinea come in Italia queste esperienze riescano a maturare solo dopo processi lunghi e complessi, per problemi infrastrutturali, di formazione del personale e di governance. L’integrazione delle banche dati, inoltre, garantirebbe migliori servizi a cittadini e imprese, ma la metà degli enti si affida ancora al formato cartaceo a causa della difficoltà a interagire con gli altri soggetti pubblici. Non va meglio sul fronte della Nuvola: nella Pa le tecnologie di virtualizzazione sono diffuse più che nel privato (75% contro il 56% delle grandi imprese), ma l’utilizzo del cloud computing non supera il 10% dello scambio dei dati nei casi più virtuosi. Le ragioni? Una normativa apparentemente ancora non pronta, la difesa degli investimenti pregressi e, per i piccoli comuni, il timore di un’eventuale discontinuità dell’erogazione del servizio, legata anche all’inadeguatezza delle infrastrutture di rete.

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