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Lo sviluppo del digitale nei quotidiani italiani sembra sempre di più l’àncora cui agrapparsi in un momento difficilissimo per tutta l’editoria.

digital publishing‘s insight:

Lo sviluppo del digitale nei quotidiani italiani sembra sempre di più l’àncora cui agrapparsi in un momento difficilissimo per tutta l’editoria. Gli ultimi bilanci semestrali hanno fotografato conti in rosso per tutti, a parte Gruppo L’Espresso e Cairo Communication (che comunque hanno dovuto fare i conti con un ridimensionamento dei profitti). La stessa Fnsi ha lanciato un appello a tutto il sistema delle Autonomie locali per un sostegno al settore dell’editoria nel suo complesso. Regioni come Toscana e Veneto si sono già mosse con iniziative normative ad hoc; ora – è l’invito dei vertici del sindacato nazionale dei giornalisti – serve che anche Comuni e Province diano, per quanto possibile, il proprio apporto.

I conti non sono dunque felici. L’offerta «2.0» sta però aumentando. Sommando tutti i dati delle vendite digitali dei quotidiani, secondo le rilevazioni Ads, le 321mila copie diffuse giornalmente a luglio sono il 40% in più di quelle rilevate a gennaio (primo mese in cui sono state certificate le copie digitali). Un incremento ben superiore in termini numerici alla decrescita della "totale pagata" sulle copie esclusivamente cartacee, scesa a sua volta del 3%, poco sopra le 4,1 milioni di copie. Quest’ultima cifra comprende anche una parte delle copie digitali (quella dell’abbinata carta-digitale).

Insomma, tutte indicazioni che fotografano una realtà duplice. Da una parte c’è un incremento dell’offerta per seguire una domanda che necessariamente segue la diffusione, imponente, di smartphone e tablet. Dall’altra la strada da fare è ancora tanta. La stessa Agcom lo ha messo in evidenza nella sua ultima relazione annuale: «Analizzando i dati relativi al 2012 di un campione rappresentativo dei maggiori gruppi editoriali – è scritto nella relazione – l’incidenza in termini di volumi, delle copie digitali nell’editoria nel suo complesso, è pari a circa il 4,5% delle copie totali, mentre il valore dei ricavi da vendita di prodotti e servizi digitali è pari a circa il 2% del totale dei ricavi da vendita di prodotti e servizi editoriali».
In questo quadro in cui le copie digitali stanno puntando verso l’alto, Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera anche a luglio hanno messo in cascina buoni risultati. Secondo i dati Ads il quotidiano del Gruppo 24 Ore nel mese di luglio ha mantenuto il primato nel numero di copie «2.0» vendute (abbonamenti compresi) mediamente ogni giorno: 87.622. Il Corriere della Sera – sempre in cima alla classifica dei quotidiani italiani per diffusione e vendita – segue con 71.239 copie digitali complessive. Per entrambe le realtà editoriali l’incremento rispetto al mese precedente è stato a doppia cifra: +12,1% per Il Sole 24 Ore e + 14,1% per il Corriere della Sera. Una crescita a doppia cifra, ancora più rilevante di quella dei quotidiani di Rcs e del Gruppo 24 Ore, è stata messa agli atti anche dalla Gazzetta dello Sport: +17 per cento.

Di segno opposto invece l’andamento nel mese di luglio delle copie digitali di Repubblica, al secondo posto fra i quotidiani italiani per diffusione e vendite, ma al primo per vendite in edicola (313.132 contro 303.970 del Corriere della Sera, entrambe in crescita). Sul versante digitale però Repubblica ha chiuso luglio con un -5% di copie diffuse mediamente ogni giorno (47.418 in totale), aumentando il proprio ritardo rispetto ai due battistrada. Flessione, e in doppia cifra (-11,2%), anche per Il Fatto Quotidiano che con 10.078 copie digitali diffuse mediamente ogni giorno, abbonamenti compresi, completa la top five dei principali quotidiani 2.0 in Italia.
Guardando al complesso dei numeri – carta più digitale – il Sole 24 Ore con 295.899 copie medie si conferma anche per il mese di luglio il terzo quotidiano nazionale per livello diffusionale (preceduto da Corriere della Sera e Repubblica). Il quotidiano del Gruppo 24 Ore, che storicamente risente della stagionalità, ha chiuso con una flessione rispetto a giugno dello 0,5%, contro il +0,3% del Corriere della Sera, la sostanziale stabilità di Repubblica, il +11% della Gazzetta dello Sport, il +0,4% della Stampa e il +5% del Messaggero, calato però di molto nei mesi precedenti.
Inoltre a luglio è cambiata la top ten dei quotidiani italiani. Sia per la forte crescita del Corriere dello Sport che ha sorpassato il Messaggero portandosi al sesto posto in classifica, sia per l’uscita, dal panel dei primi dieci quotidiani italiani, di Avvenire. Con 97.100 copie complessive (cartacea più digitale) il quotidiano della Cei ha dovuto cedere il passo alla Nazione.

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