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La rivoluzione dei Big Data, esplosa con l’utilizzo dei social network e la diffusione dell’Internet of Things, offre alle aziende e alle pubbliche amministrazioni nuove opportunità. L’utilizzo di grandi quantità di dati non strutturati permette di conoscere meglio i comportamenti di acquisto dei propri clienti, di valutare la percezione di brand e prodotti, di offrire servizi migliori. Questi benefici hanno però la loro controparte: pongono aziende e amministrazioni di fronte a nuove sfide, sia relative alla gestione dei dati, sia culturali e organizzative. A queste tematiche è stato dedicato l’evento Analytics 2013, organizzato da The Innovation Group, nel quale si sono confrontati esperti di fama mondiale e rappresentanti di aziende e istituzioni italiane.

 

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Tra gli ospiti d’eccezione c’era Michael Mandel, Chief Economic Strategist presso il Progressive Policy Institute, che ha sottolineato come la nuova economia “data driven” stia diventando una componente fondamentale dell’economia globale, accanto ai tradizionali settori di produzione di beni e servizi. “Non è facile assegnare un valore economico al flusso di dati, ma certamente c’è un grande potenziale nel loro utilizzo”, ha dichiarato Mandel. “Questo si può tradurre nella comprensione dei comportamenti d’acquisto dei consumatori, per esempio tramite i social media, nelle opportunità per le aziende, tramite il marketing, e per le pubbliche amministrazioni, che possono offrire servizi migliori”. Inevitabilmente, parlando di Big Data si tocca l’argomento della privacy. Mandel ha sottolineato come ci debba essere un equilibrio tra la crescita, offerta dall’uso dei dati stessi, e il rispetto della privacy. “Negli Stati Uniti l’ago della bilancia pende dalla parte della crescita”, ha commentato Mandel. “Tuttavia, equilibrando le parti, si può ottenere il giusto compromesso e trarre benefici dai Big Data, sia dal punto di vista delle aziende che dei cittadini”.

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