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Digitiamo tutto il giorno battendo le nostre allegre dita su tastiere, tablet, smarphone. E leggiamo sempre più in modo nuovo rispetto al passato.

Oggi come ieri, però, abbiamo bisogno di immergerci nelle storie. Per riuscirci, servono autori capaci di raccontare fatti o avventure in cui ci si possa identificare. Gli scrittori lo sanno e da sempre cercano di avvicinarsi a chi li leggerà in vari modi. Lo faceva giàCharles Dickens quasi due secoli fa, proponendo le sue storie a puntate con cadenza settimanale. Fino all’avvento del digitale, lettori e autori venivano mediati dagli editori, che davano una forma materiale al testo e ne curavano la diffusione. Poi c’è stata un’esplosione che ha avuto la portata del big-bang: nel 2000 il 75% delle informazioni erano analogiche, nel 2013 solo il 2% di esse non passa attraverso un calcolatore. Una deflagrazione che ha spazzato via il modo di produrre contenuti durato centinaia di anni e ha aperto la strada a nuove forme, ancora tutte in fase evolutiva. Di questo e di molto altro si è parlato ieri a IfBookThen, giornata dedicata all’editoria digitale organizzata daBookrepublic , società che, oltre a vendere e distribuire ebook, da tre anni porta in Italia chi nel mondo si occupa di sperimentare nuove strade per produrre e diffondere i contenuti elettronici.

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