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Ministro “tecnico” dell’istruzione con delega all’innovazione, Francesco Profumo è apparso interpretare il proprio ruolo con maggiore attenzione alle politiche industriali che allo specifico pedagogico e scientifico.

A proprio agio con interlocutori corporate, assai meno con insegnanti e studenti, più volte contestato dal mondo della ricerca, ha scelto di legare la propria attività di ministro all’introduzione del digitale nelle scuole.

Il processo conosce adesso una tappa significativa. Profumo ha appena firmato il decreto per l’adozione di libri di testo digitali per scuole elementari, medie e superiori (in formato misto o meno) a partire dall’anno scolastico 2014-2015. 

 

digital publishing‘s insight:

La misura ha implicazioni rilevanti, e può contribuire alla trasformazione virtuosa della scuola italiana. Non appare tuttavia accompagnata da una discussione pubblica sufficientemente partecipe e informata su scuola, diritto allo studio e digitale. Proviamo ad articolare.

I dettagli di un quadro di Andrea del Sarto, Pontormo o Tiziano esplorati su tablet con schermo a alta definizione sono senz’altro più emozionanti dell’immagine a stampa della stessa opera, pubblicata su carta "povera" e sottile (come nel manuale tradizionale). Anche la battaglia di Zama o quella di Waterloo desteranno maggiore interesse qualora il testo iperlinkato rimandi a mappe politiche e militari, animazioni, video. Nessun dubbio dunque: le nuove tecnologie possono contribuire a rendere più divertente l’apprendimento, e al tempo stesso alleggeriscono non di poco gli zainetti di chi va a scuola.

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