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Ne avevamo già parlato a proposito dell’App ufficiale del Salone, ma le belle sorprese non si sono fermate all’applicazione. Se si esclude la nota dolente della connessione praticamente inesistente all’interno del Lingotto infatti tutto il resto è andato decisamente bene.

digital publishing‘s insight:

Gli incontri proposti a Book to the futuresono stati interessanti (per lo meno quelli a cui ho assistito io) e la sensazione è che il digitale non sia più una semplice moda anche per gli addetti ai lavori. Per la prima volta infatti ho visto tavole rotonde che entravano nel merito concreto degli argomenti e che non si limitavano a voli pindarici tra “espertoni”.In pratica poche seghe e parecchia sostanza, con molta attenzione alla divulgazione, elemento fondamentale quando si parla di editoria digitale, tema che è ancora letteralmente sconosciuto alla maggior parte degli italiani.Parlando con le persone infatti ci si rende conto che tutto quello che noi addetti ai lavori diamo per scontato spesso è invece vera e propria fantascienza, ecco perché resta fondamentale l’aspetto divulgativo: noi dobbiamo raccontare il digitale, trasmettere emozioni, far conoscere alle persone un mondo che viene percepito come lontanissimo dalla vita di tutti i giorni. Chi ha partecipato al salone non era il nerd o il geek ultra-informato e consapevole di tutto, era gente curiosa che voleva semplicemente toccare con mano questo fantomatico digitale (bravissimi gli editori che si sono presentati negli stand con i vari iPad, Kindle, Kobo, ecc), voleva vedere cosa significa leggere su un eReader, non conosceva ancora la differenza tra un ebook e un audiobook, non aveva idea di cosa significhi nel concreto un DRM.

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