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Un balzo tecnologico che si deve a un’idea di una piccola società californiana, Ostendo Technologies. Qui lavorano 115 persone, tra cui diversi scienziati esperti di nanotecnologie, che hanno realizzato un chip «grande più o meno quanto una Tic tac capace di proiettare immagini su uno schermo da 48 pollici»

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Cose, persone, animali fluttueranno per la stanza, facendo capolino dallo schermo dei nostri telefoni cellulari. Questa sarà la rivoluzione della realtà virtuale. In un futuro non troppo lontano gli smartphone saranno in grado di generare ologrammi. Un balzo tecnologico che si deve a un’idea di una piccola società californiana,

 

Alla Ostendo Technologies lavorano 115 persone, tra cui diversi scienziati esperti di nanotecnologie, che hanno realizzato un chip «grande più o meno quanto una Tic tac capace di proiettare immagini su uno schermo da 48 pollici», si legge sul Wall Street Journal.

 

Un dispositivo che presto potrebbe arrivare su tutti gli smartphone e che ha un costo contenuto, circa 30 dollari. Il progetto ha catturato l’interesse di investitori pubblici e privati – tra cui anche la Defence advanced research projects agency (Darpa), un’agenzia che fa capo all’esercito statunitense – consentendo a Ostendo di raccogliere 128 milioni di dollari: di questi 38 provenienti da fondi governativi per ricerca e sviluppo. Il capitale è stato impiegato dalla compagnia californiana per realizzare, dopo un lavoro decennale, il Quantum photonic imager, un proiettore ad altissima risoluzione: 5000 pixel per pollice (Ppi). Una qualità dell’immagine molto elevata, soprattutto se si considera che lo schermo di un moderno smartphone raggiunge solo i 400 Ppi.

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