Basta presentarsi alla frontiera una sola volta, per ricevere il kit e poter sbrigare tutta la burocrazia dal proprio computer, ovunque nel mondo.

Source: www.wired.it

 

Il progetto di cittadinanza virtuale, diventato ufficiale l’8 ottobre scorso sul portale governativo e-estonia.com, ha fin da subito suscitato grande curiosità dentro e fuori i confini del Paese baltico. Dopo le prime diciotto ore gli iscritti erano infatti più di 4mila e non hanno ancora accennato ad arrestarsi.

 

Ma di cosa si tratta esattamente?

La procedura è semplice: basta recarsi dalla polizia di frontiera a Tallinn, pagare 50 euro, lasciare le impronte digitali, una scansione del proprio viso e attendere due settimane per ricevere una sorta di kit minimo del cittadino virtuale. Il contenuto? Una smart card con chip, un lettore USB in grado di leggerla e un software da installare sul proprio computer.

 

Ed ecco che a questo punto gli e-residenti sono pronti a firmare documenti a distanza, concludere transazioni digitali in sicurezza, rapportarsi via internet con la pubblica amministrazione.

 

Gli obiettivi?

Oltre a smantellare quel fastidiosissimo iter burocratico fatto di firme che noi italiani ben conosciamo, la e-residenza si rivolge ai possibili investitori dall’estero. Convincere in sostanza privati e imprese a dar vita ai propri progetti in Estonia, sfruttando i servizi online per gestire tutto anche a distanza, pare essere l’obiettivo principe di questa sorta di rivoluzione digitale.

 

Riuscirà l’Estonia ad aggiudicarsi la nomea di meta preferita dagli startupper?

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