Gli animali sono in grado di giocare ai videogiochi. I tanti video presenti sulla piattaforma di YouTube ne sono la prova. Ovviamente la maggior parte di questi sono filmati nei quali i proprietari degli animali cercano di far interagire in maniera scherzosa i propri amici con tablet o schermi di PC. Tuttavia, l’interazione tra videogiochi e animali diventa più interessante se effettuata per scopi scientifici. I ricercatori dell’Università di Melbourne, facenti parte del centro di ricerca Microsoft per le “Social Natural User Interfaces” stanno lavorando con gli oranghi, animali che condividono con l’uomo il 97% del DNA, dotati di grande ingegno e molto giocosi.

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In molti ZOO, l’analisi delle reazioni degli animali alla tecnologia, vengono sfruttate per intrattenere il pubblico e verificare comportamenti particolari durante l’interazione. Nel caso degli oranghi, il coinvolgimento degli stessi nella realtà video-ludica è certo. Il maggior problema riguarda i comportamenti distruttivi nei confronti delle console e degli accessori associati.
Il dottor Marcus Carter, specializzato in Computer Human Interaction ha deciso di utilizzare il sensore Kinect 3D accoppiato a Xbox One per progettare uno spazio digitale interattivo proiettato direttamente sul pavimento all’interno della cassetta di un orango. Con un semplice movimento del corpo, l’animale può attivare il videogioco e controllare giochi e applicazioni capaci di mettere alla prova la sua mente.

I ricercatori stanno sviluppando applicazioni apposite; questa risulta essere una sfida difficile, risolvibile superando l’abitudine di creare app per gli esseri umani. Orangstagram è una delle applicazioni nate da questo sviluppo; permette a Kiani, un orango femmina amante della propria immagine, di scattarsi selfie e rivederli su uno schermo. Tramite tale app, gli psicologi animali possono “leggere” la salute emotiva dell’orango, analizzando le immagini scelte dall’animale tra quelle scattate.

Kinect, tecnologia che sembrava ormai morta, riprende vita grazie agli animali. In futuro sarà interessante vedere i passi avanti effettuati da tali ricerche. Potrebbe essere particolarmente stimolante la possibilità di interazione tra animali e visitatori dello ZOO, sempre tramite l’utilizzo di tali tecnologie.

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