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Perse le elezioni del 2012 per la fragilità della candidatura Romney e per la superiorità della macchina organizzativa di Barack Obama, capace di utilizzare al meglio le tecnologie digitali per censire gli elettori, capirne gli umori e indirizzare la campagna, i repubblicani faticano a scegliere una nuova rotta e a trovare candidati attraenti. In attesa di novità, gli uomini-chiave dell’apparato conservatore cercano almeno di colmare il «gap» coi democratici sul fronte di «Big Data»: ricchi donatori della destra stanno versando decine di milioni di dollari in diversi organismi variamente collegati al loro partito nella speranza di costruire una mappa degli elettori e delle intenzioni di voto più affidabile di quella disegnata sei mesi fa da Orca, il database digitale costruito dalla campagna di Mitt Romney. Una macchina tarata male (il giorno del voto dava il candidato repubblicano vincitore in tutti gli Stati in bilico nei quali è stato battuto) e andata in «panne» mentre le urne erano ancora aperte.

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