Mag 17, 2013 | News ICT
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Teradata ha presentato Teradata Intelligent Memory, una tecnologia perdatabase che estende e utilizza lo spazio di memoria, oltre alla cache, consentendo di incrementare le prestazioni delle query e di sfruttare le potenzialità della tecnologia in-memory nell’ambito dei big data.
dataumpa‘s insight:
La tecnologia si inserisce nella strategia Unified Data Architecture, che integra Teradata, Teradata Aster e la piattaforma open source Apache Hadoop. È possibile accedere, tramite Teradata Sql-H, ai dati in Apache Hadoop che vengono utilizzati di frequente e, in base alla temperatura dei dati, trasferirli in Intelligent Memory per trarre vantaggio dalla capacità di elaborazione a elevate prestazioni. Gestisce i dati in modo predittivo, spostando in memoria i dati più caldi o più frequentemente utilizzati, per poi aggiornarli e sincronizzarli automaticamente. Il processo non necessita di alcun intervento umano. Non richiede che siano apportate modifiche alle applicazioni, alle query Sql, o al modo di memorizzare i dati.
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Mag 17, 2013 | News ICT
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L’allarme viene lanciato dalla Technology Review del Mit: il mantenimento della privacy nell’era di Internet e dei Big data sta diventando “algoritmicamente impossibile”. Con grandi opportunità per broker di dati che vendono le informazioni personali alle aziende per creare pubblicità mirate, ma anche il rischio di un’intollerabile invasione della privacy.
dataumpa‘s insight:
La moderna data science ha dimostrato che quasi tutti i dati messi su Internet (2,8 zettabyte nel 2012, e arriveremo a 40 nel 2020, secondo Idc) possono essere usati, come un’impronta digitale, per identificare la persona che li crea. Lo stesso vale per i segnali di posizionamento emessi dal telefono cellulare. Queste informazioni sono già oggetto di compravendita grazie ai nuovi data broker, come Acxiom, che possiede una media di 1.500 informazioni ciascuno per oltre 500 milioni di consumatori nel mondo. Acxiom usa il mix di dati per inserire le persone in una delle sue 70 categorie chiamate “PersonicX”; ogni gruppo ha uno stile di vita diverso e quindi risponde diversamente alle sollecitazioni, per esempio ai messaggi promozionali dei brand. SecondoForrester Research, le aziende americane già spendono più di 2 miliardi di dollari l’anno per acquistare queste informazioni dai data broker.
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Mag 17, 2013 | News ICT
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“Too Big to be ignored / troppo grandi per essere ignorati”. Si è aperta con questo claim la prima giornata dedicata al “Digital for Business ” del Digital Festival, che punta l’attenzione sul tema dei Big Data. La mattinata è volta a inquadrare lo scenario dei Big Data e la tecnologia abilitante per poter estrarre valore dai dati. Sono almeno tre le ragioni che spiegano la grande attenzione riservata al tema dei dati negli ultimi anni: con l’incremento dei devices mobile, dei social network e degli oggetti connessi la quotidianità è sempre più pervasa dalla produzione di dati; sono cresciuti gli strumenti e la potenza computazionale per operare sui dati; sono disponibili numerose tecnologie open source che permettono una più facile gestione dei dati.
dataumpa‘s insight:
Per inquadrare il fenomeno Big Data, Alberto Degradi di Cisco ha introdotto la formula della “4 V”: alle tre già assodate Volume (dei dati prodotti), Velocità (nella produzione e circolazione dei dati) e Varietà (tipologica dei dati), si aggiunge la “V” di Valore, ossia la capacità di estrarre il valore contenuto nei dati. È questa la sfida più difficile. Per vincerla servono nuove figure professionali che sappiano intrecciare competenze tecnologiche, creatività e inventiva. I Data Scinetist. “Diventa dunque sempre più importante formare queste figure – come sottolinea Christian Racca del Consorzio TOP-IX, presentando la seconda edizione di Big Dive, di cui La Stampa è media partner –. Con un percorso formativo di 5 settimane cerchiamo di creare una nuova serie di professionisti in grado di gestire i Big Data”.
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Mag 17, 2013 | News ICT
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Il rapporto Global Cloud Computing Scorecard pubblicato poche settimane fa vede il nostro Paese perdere posizioni a causa di una legislazione non adeguata in materia di protezione dei dati e della proprietà intellettuale. L’opinione di Matteo Mille, presidente dell’associazione.
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C’è una stretta relazione tra la capacità e la volontà di adottare politiche e strategie che tutelano la privacy dei dati e la proprietà intellettuale e la possibilità che il cloud computing si affermi in ciascun Paese.
Ne è convinta Bsa, così come ne è convinto il presidente della branch italiana dell’Associazione Matteo Mille. ”Perché lo sviluppo del cloud si affermi – sostiene infatti Mille – è necessario un terreno adatto. Un terreno fatto di norme e regolamentazione ancora carenti nel nostro Paese”. La considerazione amara nasce dopo la pubblicazione, poche settimane fa, della seconda edizione dello studio 2013 BSA Global Cloud Computing Scorecard nel quale si analizzano i passi compiuti negli ultimi dodici mesi dai più importanti Paesi per prepararsi a cogliere il pieno vantaggio della nuova economia digitale. E da questo report l’Italia non esce particolarmente bene, considerato che su ventiquattro Paesi oggi occupa la decima posizione e che questo piazzamento rappresenta un regresso rispetto all’anno precedente.
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Mag 17, 2013 | News ICT
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Microsoft lavora un sistema operativo per cloud computing su Azure e potremo fra qualche tempo affittare una macchina virtuale, anziché acquistare supporti ottici con i quale aggiornare il computer e utilizzarlo dall’ufficio.
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Microsoft continua le sue ricerche nel settore del cloud e starebbe sviluppando un servizio di virtualizzazione desktop pay-per-use denominato “Mohoro” che potremmo vedere nel 2014. Lo riferisce la sempre ben informata Mary Jo Foley di ZDNet e questo non sarebbe altro che la risposta di Azure al Remote Desktop ospitato però su un servizio in hosting.
Pensato per società che hanno la necessità di usare think client avviare applicazioni legacy su nuovi PC, con pochi click dovrebbe essere possibile distribuire applicazioni e sfruttare Intune per la gestione integrata di PC e dispositivi mobile (Windows RT, Windows 8, iOS e Android).
Al momento sulla piattaforma Azure non è possibile eseguire client Windows in base ai termini di licenza ma Microsoft potrebbe ovviamente cambiare le regole. Tra i vantaggi di una simile soluzione: il mancato obbligo di usare computer potenti per usare applicazioni di vario tipo, la possibilità di centralizzare gli aggiornamenti, la riduzione dei costi. Tra gli svantaggi: la gestione della privacy nelle mani di un solo referente.
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Mag 17, 2013 | News ICT
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Social media, mobile computing, cloud, big data e lo stesso ruolo giocato dai consumatori sono fenomeni strettamente collegati e, come tali, in grado di alimentarsi gli uni con gli altri contribuendo a generare una mole crescente di dati.
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E mentre il mobile computing si afferma sempre più come nuovo modello di consumo dell’IT, richiedendo la scalabilità e la flessibilità che solo il cloud può offrire, la business analytics fornisce strumenti capaci proprio di trasformare le informazioni complesse in conoscenza che, oggi, rappresenta la risorsa più preziosa.
Per quanti ne sono alla guida, tutto ciò – che ormai prefigura una vera e propria ‘tempesta perfetta’ – impone l’accettazione di un cambio di paradigma e la costruzione di una road map.
Da un lato abbracciando modalità di intervento con strumenti che rendano possibile gestire le singole esigenze con la massima efficienza possibile e, dall’altro, favorendo sempre più la connessione tra le diverse anime aziendali.
Perché in gioco c’è oggi la capacità di differenziarsi da cui, per ogni organizzazione, dipende la capacità competitiva e la possibilità di crescere.
‘IBM BusinessConnect 2013’ rappresenta dunque l’occasione per approfondire le tematiche tecnologiche e di business più vicine a ogni funzione aziendale, per confrontarsi con gli esperti di settore e per conoscere le soluzioni che l’azienda mette a disposizione per fare, di queste sfide, reali opportunità di sviluppo.
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