Big Data: la ricerca di Sda Bocconi con IBM

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Siamo quotidianamente inondati di informazioni, travolti dai numeri che si affollano sulla nostra  impresa e sulla vita di tutti i giorni? Com’è possibile trasformare questo frullatore di informazioni in una risorsa per il business? E’ una domanda cruciale per tutte le imprese. Questa valanga di dati o  la si gestisce, e allora diventa davvero uno strumento prezioso, o la si subisce e se ne esce confusi, disorientati, col rischio di perdere grandi occasioni. In gergo, è il fenomeno del “Big Data” e i sistemi informatici necessari per filtrare, catalogare e selezionare questi dati in modo da ricavarne qualcosa di utile si chiama “business analytics”.

 

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Le “teste d’uovo” dell’Ibm – uno dei gruppi leader nel mondo della ricerca avanzata e dell’informatica – hanno deciso di tastare il polso dell’opinione pubblica italiana lanciano un sondaggio – pardon, una “survey” – elaborato in tandem con la Sda Bocconi sul tasso di consapevolezza, di conoscenza, di interesse e di attrattiva per questi sistemi e, in generale, per la gestione del fenomeno “Big Data”.

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CA Technologies: adottare tecnologie innovative per guidare la trasformazione del business

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Nel suo intervento d’apertura del CA World, Mike Gregoire, chief executive officer di CA Technologies (NASDAQ: CA), ha invitato i 5.000 partecipanti ad accogliere tecnologie innovative come il cloud, i sistemi mobili e le 

soluzioni di analytics dei social media e dei big data per trasformare il business e ottenere un vantaggio competitivo

 

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.Il valore non si misura più in base alle dimensioni dello staff IT, alla potenza di elaborazione (MIP) da gestire o ai metri quadrati del vostro data center", ha detto Gregoire. "Il valore dell’IT oggi è dato dalla capacità di offrire innovazione, velocità, conoscenza e sicurezza per consentire alle aziende di acquisire un vantaggio competitivo, utilizzando risorse interne ed esterne all’organizzazione. Questo offre ai CIO e agli altri responsabili IT una grande opportunità di operare come catalizzatori e utilizzare modelli e metodi di business moderni, non solo per trasformare l’IT, ma anche per trasformare l’azienda. La domanda che dovete rivolgere a voi stessi è la seguente: sarò io a guidare il cambiamento o sarà il cambiamento a guidare me?".

I confini del data center si sono allargati – Gregoire ha descritto un mondo IT in cui è in costante aumento il numero di sistemi, dati e applicazioni che risiedono fuori dal data center e oltre il firewall, creando nuove sfide ed esigenze.

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Big data, algoritmi e intenzioni di voto Sfida hi-tech dei repubblicani ad Obama

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Perse le elezioni del 2012 per la fragilità della candidatura Romney e per la superiorità della macchina organizzativa di Barack Obama, capace di utilizzare al meglio le tecnologie digitali per censire gli elettori, capirne gli umori e indirizzare la campagna, i repubblicani faticano a scegliere una nuova rotta e a trovare candidati attraenti. In attesa di novità, gli uomini-chiave dell’apparato conservatore cercano almeno di colmare il «gap» coi democratici sul fronte di «Big Data»: ricchi donatori della destra stanno versando decine di milioni di dollari in diversi organismi variamente collegati al loro partito nella speranza di costruire una mappa degli elettori e delle intenzioni di voto più affidabile di quella disegnata sei mesi fa da Orca, il database digitale costruito dalla campagna di Mitt Romney. Una macchina tarata male (il giorno del voto dava il candidato repubblicano vincitore in tutti gli Stati in bilico nei quali è stato battuto) e andata in «panne» mentre le urne erano ancora aperte.

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Comparazione Fra Google Apps e Office 365

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La diatriba fra Google Apps e Office 365 ormai è cosa nota.
Recentemente Google ha pubblicato un’infografica in cui mette a confronto i due figli minori: Gmail e Microsoft Exchange Online.

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In particolare Google analizza due aspetti dei due sistemi di messaggistica: efficienza del sistema e trasparenza.

SISTEMA DI DISPONIBILITA ‘

L’analisi fatta su Microsoft Office 365 rileva, su un periodo di tempo di 151 giorni (calcolato dal 23/09/2012 al 02/02/2013), 18 incidenti di Microsoft Exchange Online. Questi incidenti rappresentano un totale di 4503 minuti di inattività o 3 giorni, 3 ore e 3 minuti. In confronto, Gmail è risultata efficiente il 99,983% del tempo. Che equivale ad una media di 44 minuti di inattività totale.

Questo significa che per ogni minuto di inattività di Gmail ne corrispondono 103 di inattività per Microsoft Exchange Online.
Immaginate l’impatto che questo disservizio può avere sull’organizzazione aziendale!

TRASPARENZA

Anche sul fronte trasparenza si rintraccia una forte disparità.
Google pubblica in tempo reale una tabella sulle sue prestazioni nella Google Apps Status Dashboard. Questa tabella è accessibile a chiunque, cliente o meno di Google Apps.
Il pannello mostra tutti i parametri utili per tutti i servizi di Google Apps.
Microsoft dispone di un pannello simile, ma, a differenza di Google, è accessibile solo ai clienti paganti.

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Il giornalismo ai tempi dell’ Open Data

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Di Data Journalism abbiamo parlato non molto tempo fa nel nostro blog.
Oggi la massiccia invasione di dati attraverso la creazione di numerose piattaforme open source non rappresenta soltanto una crescente partecipazione collettiva alle discussioni generate intorno a temi d’interesse globale -si pensi al fenomeno Wikileaks, o alle proteste post elettorali in Iran che hanno avuto un’eco fortissima in tutto il mondo grazie a Twitter – ma definisce anche una nuova possibilità di fare giornalismo di qualità. I dati, da soli, servono a poco.

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E’ compito dei giornali interpretarli e diffonderli. Il Data Journalism consiste proprio nell’analizzare, manipolare e rendere comprensibile il discorso che si cela dietro la montagna di dati che, senza un’ interpretazione adeguata, perderebbero di senso, o rischierebbero di passare inosservati nei meandri del web.

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Big Data Analytics, arriva lo scienziato dei dati

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La diffusione della banda larga in quasi tutte le abitazioni (non ce ne vogliano coloro i quali ancora sono emarginati dal digital divide) e anche in mobilità, assieme al dilagare di dispositivi elettronici dalle impressionanti capacità di computazione, hanno portato ad una spaventosa crescita nel volume di informazioni digitali prodotte quotidianamente. Ogni singolo tweet, ogni singolo “like” su facebook sono frammenti di informazione digitale che ciascuno di noi produce, a volte anche inconsapevolmente, che circolano sulla rete e che, in un modo o nell’altro, vengono conservati negli archivi di varie organizzazioni, aziende ed imprese.

 

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Con la crescita del volume di informazioni digitali
 ha iniziato a diffondersi anche nell’uso comune un nuovo binomio di termini: Big Data. Un concetto introdotto all’inizio del nuovo millennio e che è arrivato ai giorni nostri modificando via via il suo significato. Non unicamente dati di grosse dimensioni, ma dati eterogenei, prodotti a ritmi impressionanti e con potenziali ripercussioni di elevata portata.

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